Albero e sole, ruota e ponte, angolo e triangolo, cammello e cobra: nomi di elementi naturali e artificiali, di forme, di animali… nomi di asana.
Meravigliosi nomi di Asana, con cui plasmare il nostro corpo fino ad assumere una posizione che è di volta in volta simbolo di una qualità, di uno stato, di una forza che possiamo non solo evocare ma sperimentare.
Così nell’albero, il Vrksasana, possiamo sentire il radicamento con la terra – le nostre radici – nell’appoggio stabile di un piede; possiamo sentire la tendenza verso l’alto, il processo di crescita, nel corpo che si allunga verso il cielo; possiamo sentirci stabili in un equilibrio dato dalle giuste pressioni e distensioni, movimenti apparentemente distanti ma che nello yoga trovano ed anzi, insieme, costruiscono un equilibrio; possiamo comprendere che di fronte ai frequenti colpi di vento, i pensieri, si può oscillare assecondando in parte le forze esterne ed allontanandole dolcemente, piuttosto che irrigidirci pretendendo di scacciarli, quei pensieri; possiamo sentire la linfa che scorre in noi, generosamente distribuita dal nostro cuore che la diffonde in ogni cellula; possiamo sentire la ciclicità delle stagioni, nei movimenti andata e di ritorno; e possiamo sentire che ogni movimento è respiro, che ogni respiro è vita, che ogni albero è vita.
Ogni nuova percezione è il risultato di un piccolo, talvolta impercettibile movimento: l’appoggio uniforme del piede, un braccio ben esteso, le dita della mano ben raccolte ed allungate verso l’alto. Ogni piccolo movimento ha il suo perché, contribuisce a quell’universo di sensazioni, emozioni ed intuizioni che lo Yoga è in grado, in modo assolutamente gratuito e senza limiti, di donarci.
“Lo Yoga è come la musica dove:
il ritmo del corpo,
la melodia della mente
e l’armonia dell’anima
creano la sinfonia della vita”
Ileana