Cosa c’è in questi giorni scuri e corti, nel freddo che ti entra nelle ossa, nel tempo che sembra anche lui essersi gelato, ed avanzare lentamente, lentamente, verso giornate sempre più corte?
E’ perché il gelo indurisce tutto, non solo il corpo si muove più lentamente, ma anche i pensieri sono meno fluidi. Solo il cuore non ci sta a questo gioco al rallentamento, solo lui riesce a vedere più avanti. Capisce, come solo lui può capire, che questo è solo il momento più basso: da oggi le sere inizieranno a cedere, a regalarci qualche minuto di luce in più, seguite, e lui lo sa, un po’ più avanti, dalle pigre mattine che, sì, cominceranno a riprendersi anche loro.
E’ il tempo del reinizio, simbolo di tutto quello che la natura ci ha voluto gradualmente centellinare, ma che si sa saprà di nuovo darci se solo sappiamo aspettare con un po’ di fiducia. Questa stagione in bianco e nero, a tinte timorose, come tutte le altre è solo la porta verso il suo opposto, la luce piatta abbacinante del gennaio alle porte, i colori insolenti del marzo e della primavera in agguato.
Tempo di meditazione, tempo di nascita, di speranza senza giustificazione. Il cuore tutto questo lo sa, ma se lo tiene chiuso dentro perché lui, si sa, è fatto così.