Mi trovo a Londra per lavoro per una settimana ed abituata a fare almeno due o tre sedute di yoga alla settimana e non volendo interrompere il ritmo, cerco un centro dove praticare. Un amico mi consiglia una delle più “famose” scuole della città , con 3 sedi in diverse zone. Dopo aver scelto quella per me più comoda, mi reco in una di queste sedi dove mi spiegano che è  in corso una promozione e che per 10 giorni potrei frequentare tutte le classi che desidero. “Bene”, penso io, ma poi alla domanda “quali?” rimango perplessa. Mi mostrano un depliant con elencati 10 tipi diversi: Prana Kriya Yoga, Vinyasana Yoga, Vinyasana Flow Community Class, Scaravelli Inspired Yoga, Ashtanga, Javamukti Yoga, Mysore Style Ashtanga, Pregnancy Yoga, Kids Yoga, Iyengar Yoga Community Class e Yoga.
Sono perplessa  ma il ragazzo dietro al banco non sembra comprendere il mio disagio, il fatto che io venga da un’altra realtà . Allora gli spiego che io pratico uno yoga composto di Asana, Pranayama e Dharana (adesso è lui un po’ perplesso) e per rendere la cosa più semplice gli elenco alcune posizioni che conosco (volendomi limitare a quello). Allora mi suggerisce di limitare la scelta a 4 classi.
Gli dico che mi studierò gli orari, lo ringrazio ed esco dal centro.
Non sono tornata, non ho fagocitato classi di yoga e non mi sono neppure confrontata con metodi diversi. E sono serena. Ciò che penso è che talvolta di fronte a delle realtà diverse, più grandi, più frequentate, più variegate, nasce della curiosità , se non addirittura un’attrazione. Ma l’autenticità non dipende dall’ubicazione, dal numero di persone che frequentano un centro o dalla fama di quello stesso centro. Ciò che importa è solo ed esclusivamente la qualità dell’insegnamento, i principi cui si ispira, il farsi punto di trasmissione di una tradizione millenaria che ha come scopo imprescindibile lo sviluppo fisico, emotivo, mentale e spirituale della persona, guidandola alla scoperta della sua vera natura. Questo scopo viene perseguito attraverso una tecnica, che però non è fine a se stessa, ma conoscenza che diviene via via più sottile, che ci consente di discernere, fare delle scelte, confermare di giorno in giorno una strada che abbiamo intrapreso e che ci porterà a metterci a svelarci, anche con sofferenza, per poi aprirci ad una dimensione luminosa di comprensione profonda di sé e dell’altro ed incarnare quell’unione che è l’essenza e la definizione di yoga.
Immagine: Francesca Gregori Photography ©.
Il Fiore di Loto è simbolo di purezza (quindi Sattva) e dell’evoluzione spirituale.